Compulsione
L’enciclopedia Psicologia, a cura di Umberto Galimberti, edita da Garzanti, alla voce compulsione rinvia a coazione, spiegandola come una “tendenza coercitiva e irrazionale che spinge l’individuo a mettere in atto determinati comportamenti in cui egli stesso riconosce l’inutilità e l’inadeguatezza, ma la cui mancata esecuzione provoca in lui una sensazione di angoscia”. Galimberti distingue, fra i sintomi compulsivi, “le coazioni che si riferiscono a idee che il soggetto non può fare a meno di pensare e le coazioni che riguardano atti, comportamenti, condotte, che l’individuo si sente costretto a compiere”. Potremmo sintetizzare dicendo che, nelle azioni compulsive, la coazione prevale sull’impulsività.
Secondo la psicanalisi la compulsione è una sorta di compromesso che un individuo mette in atto, in modo inconscio, quando è combattuto tra il desiderio istintivo di fare o di pensare una certa cosa e i condizionamenti delle rigide regole comportamentali interne che lo bloccano.
Facciamo un esempio: Tizio prova antipatia verso Sempronio, che vede spesso e con cui, magari, lavora. Da un punto di vista del suo istinto, Tizio vorrebbe dirne quattro a Sempronio, per una serie di ragioni più meno discutibili. Ha però avuto un’educazione ferrea e molto rigida, con insegnamenti categorici e indiscutibili, del tipo “non si pensa male degli altri!” “Se gliene dici quattro sei in torto e sei cattivo!” “E’ colpa tua se Sempronio si comporta così”,….ecc. Tizio, di fronte alle regole interne che ormai ha fatto sue e che potremmo definire un po’ troppo moralistiche, si impedisce di dirne quattro a Sempronio e sposta la rabbia che prova verso Sempronio, su se stesso. Anziché andare da Sempronio e rischiare di dirgli sul naso, anche solo “mi stai antipatico!”, Tizio, che probabilmente non sa fino in fondo perché Sempronio gli stia davvero così antipatico, inizia a punire se stesso dicendosi che in realtà non è Sempronio ad avere delle colpe, ma è Tizio stesso, che è davvero cattivo a pensar male di Sempronio! In questo circolo vizioso, a totale insaputa dello stesso Tizio, possono insinuarsi pensieri di tipo punitivo apparentemente distanti da ciò che attiene a Sempronio e all’antipatia che Tizio prova verso di lui e, tuttavia impellenti e intrusivi.
Se vi rispecchiate in Tizio, dopo aver letto l’esempio qui sopra, non spaventatevi! I fenomeni di cui è pervaso Tizio, sono fenomeni psichici che, all’interno di un percorso psicoterapeutico, possono essere individuati, analizzati, capiti e compresi. Non pensate di essere diventati matti, pensate piuttosto che c’è una parte conflittuale dentro di voi che, costretta a tenere sotto controllo stati emotivi distanti e magari opposti o contrari, mette in atto difese, la cui dinamica è inconscia. Il che non significa che non sia possibile renderla conscia, significa non conscia. Compito di una psicoterapia è renderla evidente
Che cosa può fare la psicoterapia in un caso come questo?
Una psicoterapia su base psicosocioanalitica, alla cui scuola di pensiero afferisce il nostro Centro, cercherà di lavorare contestualmente su due livelli:
- Il livello inconscio, cerando di far emergere quegli aspetti latenti che hanno fatto insorgere in Tizio l’antipatia verso Sempronio
- Il livello del piano di realtà in cui si lavorerà sugli elementi manifesti di Tizio nella relazione con Sempronio
Se il terapeuta lo ritiene utile e/o il paziente ne fa richiesta, possono essere effettuate sedute alle quali possono partecipare anche membri della famiglia del paziente.
Questa modalità di lavoro può essere svolta per obiettivi specifici, scelti di comune accordo dal terapeuta con il paziente, definibili in un certo arco di tempo, controllabili in termini di costi-beneficio da parte del paziente e monitorabili in termini di processi psichici da parte del terapeuta.
Lo scopo è quello di rendere evidenti al paziente le dinamiche relazionali e i relativi vissuti, che egli sperimenta nel rapporto con le persone e nella situazioni con cui ha difficoltà, affinché possa ricavarne elementi di carattere più generale che si rendano, per così dire, esportabili anche in altre situazioni e affinché possa farne tesoro a lungo termine.
Per ulteriori informazioni chiamateci al numero 380 341 77 48 oppure contattateci all’indirizzo info@centropsicologiaemedicina.it, spiegandoci la vostra situazione. Vi daremo una risposta in tempi brevi o vi fisseremo un appuntamento: la prima consultazione è gratis.
Impulsività
Secondo Umberto Galimberti è la “tendenza ad agire in base a un impulso”, cioè senza riflettere e senza badare alle conseguenze.
Se nel bambino le azioni impulsive sono la normalità, nell’adulto, come scrive E. Bleuler l’impulsività “è un modo frequente e di varia genesi in cui si manifestano le azioni patologiche”.
A differenza delle azioni compulsive, che si presentano come egodistoniche (cioè che mettono a disagio il paziente, il quale le sente come una forzatura, perché non vorrebbe metterle in atto), la cui attivazione ha origine sulla base della coazione, cioè dell’aspetto coatto, le azioni impulsive sono egosintoniche, perché il carattere intenzionale prevale sull’aspetto coatto. La persona che agisce un impulso mette in atto un’intenzione verso quella azione.
Vantaggi dell’azione impulsiva
Essa permette di
- scaricare malumori
- depressioni
- frustrazioni
Significato di un’azione impulsiva
Un’azione impulsiva, da un punto di vista del significato sociale, indica una persona che è incapace di sopportare tensioni e frustrazioni. Una persona impulsiva rischia di non riuscire a svolgere ruoli sociali di valore, anche se, da un punto di vista intellettivo, risulta assolutamente normale. Il problema delle persone impulsive va pertanto indagato sul piano emotivo.
Da un punto di vista generale una persona impulsiva, che percepisce le proprie emozioni, dopo aver messo in atto un comportamento impulsivo, prova generalmente soddisfazione e pochi o assenza di sensi di colpa. Tuttavia, anche se l’azione impulsiva è vissuta con soddisfazione, seguono presto rimorsi e pentimenti.
Questo non avviene nelle personalità psicopatiche o fortemente anaffettive. In ogni caso è conveniente approfondire gli aspetti di impulsività. Potete approfittare di una consultazione gratuita rivolgendovi al nostro Centro.
Chiamateci al numero 380 341 77 48 oppure contattateci all’indirizzo info@centropsicologiaemedicina.it, spiegandoci la vostra situazione. Vi daremo una risposta in tempi brevi o vi fisseremo un appuntamento che non vi costerà nulla.