Problemi d’apprendimento

Sono quei problemi che impediscono ad una bambina o un bambino, di accedere ad alcune informazioni in modo, per così dire, diretto. Vengono preferibilmente identificati con il nome di Disturbi dell’Apprendimento.

Facciamo un esempio: la frase della maestra di scuola per l’infanzia: “Bambini, prendete tutte le palline piccole e mettetele in questa cesta”, in genere viene capita dalla maggioranza dei bambini, così come essa suona letteralmente: quindi i bambini si attivano, vanno a prendere le palline piccole e le depositano nella cesta.

Ma qualcuno potrebbe sbagliare: potrebbe essere distratto certo, ma potrebbe anche non aver capito bene o non aver capito per niente la consegna fatta dall’insegnante.

Una bambina o un bambino con un Disturbo dell’Apprendimento, potrebbe avere difficoltà ad accedere al significato delle parole che risuonano in lei o in lui come un insieme di suoni magari difficile da discriminare.

Per fortuna il nostro modo umano di apprendere, fin da piccolissimi, passando attraverso le esperienze dirette di affetto, di accudimento, di manipolazione degli oggetti, di gioco, di relazione, di istruzione scolastica, ecc., si giova di una serie di canali lungo i quali scorrono le informazioni in entrata. Da un punto di vista biologico questo serve ad incrementare la ricchezza e la completezza delle informazioni in arrivo e permette una compensazione, laddove uno o più di un canale, funzionino in modo disturbato o non funzionino proprio.

Gli stessi apparati che devono attivarsi in modo consequenziale o contemporaneo e, comunque, coordinato e sinergico, possono far riferimento a più vie di passaggio, laddove quelle più veloci e dirette siano meno attive o non attive del tutto.

Benché tutto ciò non sia semplice da capire, è certamente intuibile da tutti che, se l’essere umano è dotato di più vie di comunicazione, che permettono agli stimoli esterni di raggiungere il cervello, forse è bene imparare ad usarle tutte e a tenerle esercitate, perché ciò permette una miglior circolazione di informazioni, necessarie a produrre gli apprendimenti.

Non restate inerti, pertanto, se vedete che vostra figlia o figlio, mostra di avere difficoltà in certi apprendimenti scolastici! Può darsi che abbia alcuni dei canali predisposti all’apprendimento sofferenti per qualche disturbo: prima si scopre a che livello è il disturbo, prima e meglio, si può intervenire.

Gli esperti delle diagnosi di questo tipo sono gli psicologi (i neuropsicologi per l’esattezza), i neuropsichiatri infantili e i logopedisti. Un primo colloquio può essere molto importante perché serve a capire se vanno fatti approfondimenti diagnostici o se non c’è da preoccuparsi.

La scuola, in genere, ha come compito primario, quello di segnalare ai genitori eventuali problemi di apprendimento e disturbi del comportamento, che possano costituire un rischio per il buon andamento scolastico del bambino. Se questo avviene, noi suggeriamo di non trascurare le segnalazioni dei docenti e di andare a fondo del problema. Le indagini possono essere fatte presso i centri di diagnosi del Servizio Sanitario Nazionale o presso i Centri Privati accreditati negli elenchi delle Asl locali.

Nel nostro Centro di psicologia a Bergamo abbiamo un’équipe, accreditata presso l’Asl di Bergamo e formata da 12 persone, in grado di accertare tutti i tipi di disturbi dell’apprendimento e di emettere, in tempi brevi, la cosiddetta Prima Certificazione Diagnostica utile ai fini scolastici. La certificazione emessa dal nostro Centro è valida in tutta la Lombardia.

Il primo colloquio è gratuito: può essere di aiuto per capire se il proprio figlio o figlia ha bisogno di accertamenti o non.

Chiamateci al numero 380 341 77 48 oppure contattateci all’indirizzo info@centropsicologiaemedicina.it, spiegandoci i vostri dubbi. Vi daremo una risposta in tempi brevi o vi fisseremo un appuntamento: la prima consultazione è gratis.

 

Esempi di problemi di apprendimento

Cerchiamo di capire meglio come si manifesta un problema di apprendimento, basandoci su qualche esempio:

  • il bambino va a scuola e deve imparare a scrivere e a leggere: se ha problemi di vista (apparato della vista), forse avrà difficoltà a discriminare le lettere e/o i segni che la maestra mostra e non riuscirà a coordinare i movimenti della mano (apparato motorio) per organizzare sul foglio i segni grafici fatti dalla maestra alla lavagna; se è solo un problema tale per cui mettere gli occhiali lo risolve, ovviamente non è un problema di apprendimento, ma di vista; tuttavia se, messi gli occhiali, il problema persiste, allora forse il bambino potrebbe avere altri tipi di difficoltà. In questo caso, vanno indagati;

 

  • il bambino non riesce a leggere le parole o fa molta fatica: è possibile che sia portatore di un disturbo a carico dell’apparato visivo-verbale; per by-passare il problema il testo scritto può essergli letto da qualcuno o registrato, in modo tale che il bambino vi possa accedere attraverso l’apparato uditivo; nel contempo il bambino potrebbe accedere da solo al contenuto del testo attraverso l’uso di immagini (apparato visivo non-verbale) che, appositamente selezionate, accompagnino il testo. In questo caso probabilmente non avrà un problema primario di vista: il suo canale di apprendimento preferenziale potrebbe essere per le immagini, le fotografie, i disegni, i simboli o per le cose udite, parlate, narrate e discusse… Potrebbe essere un bambino che, benché indiscutibilmente intelligente, potrebbe avere qualche disturbo all’apparato che presiede al funzionamento della letto-scrittura;

 

  • il bambino non capisce il significato dei concetti di spesa, ricavo, guadagno, nonostante le belle e complete spiegazioni dell’insegnante in classe (apparato che presiede al ragionamento logico-matematico). Quale potrebbe essere la causa? Potrebbero essere concetti troppo astratti per il bambino in quel momento oppure egli potrebbe avere un disturbo specifico dell’apprendimento proprio a carico dell’apparato che presiede al ragionamento logico-matematico. In ogni caso, sarà conveniente che l’insegnante metta in atto procedure che permettano alle stesse informazioni di passare anche attraverso altri canali più accessibili, per esempio quelli che privilegiano l’esperienza diretta (apparato cinestesico) o il canale visivo-non verbale.

 

Quali canali vengono privilegiati dalla scuola?

A seconda dell’ordine e grado della scuola i canali privilegiati per favorire l’educazione dei bambini e il loro apprendimento possono variare. Precisamente:

  • all’asilo nido il canale maggiormente privilegiato ha a che fare con l’esperienza diretta: il bambino impara meglio e più a lungo termine se prova di persona a fare le cose (canale cinestesico). D’altra parte anche guardare immagini e fotografie o vedere semplici filmati (canale visivo-non verbale) e ascoltare storie e racconti (canale uditivo), favoriscono l’accesso di informazioni al cervello, già in età molto giovane; i precursori di quello che sarà il canale privilegiato dalla scuola primaria in poi, e cioè il canale visivo-verbale, sono introdotti all’asilo nido, dall’uso di fogli e colori con cui i bambini iniziano a destreggiarsi in forma ludica, producendo i primi “scarabocchi”;

 

  • alla scuola per l’infanzia i canali di apprendimento privilegiati restano quelli dell’asilo nido, con un graduale incremento qualitativo del canale visivo-verbale;

 

  • alla scuola primaria il canale visivo-verbale viene improvvisamente incrementato; tuttavia, poiché le maestre di prima e seconda elementare, fanno uso quotidiano anche di molto materiale didattico che è accessibile anche attraverso le vie cinestesica, uditiva e visiva-non verbale, è difficile che emergano, nei primi due anni, disturbi dell’apprendimento particolarmente evidenti. Gli specialisti sono ovviamente in grado di vederne gli elementi clinicamente significativi, ma le maestre ancora non se ne accorgono. Cominciano ad accorgersene a cavallo tra la seconda elementare e l’inizio della terza, perché ai bambini viene richiesto un uso sempre più frequente del canale visivo-verbale. Chi ha problemi con l’uso di questo canale, si troverà a dover affrontare quotidianamente lavori scolastici impossibili! Se gli adulti non se ne accorgono, è allora che il bambino può iniziare ad accusare insofferenza per la scuola, aumento dell’ansia, del malessere, apparizione di malattie psicosomatiche e forme di resistenza alla frequenza scolastica. In certi casi a volte i genitori, non vedendo le ragioni del rifiuto scolastico della propria figlia o figlio, definiscono “capricci” le forme di resistenza della bambina o del bambino che non vuole andare a scuola e iniziano progressivamente a peggiorare il rapporto relazionale con lei o con lui!

 

  • dall’inizio della scuola media in poi il canale prevalentemente utilizzato dagli insegnanti è quello visivo-verbale: tutte le spiegazioni si basano su testi scritti; i compiti e i momenti di verifica, scritti e orali, hanno come punti di riferimento libri e quaderni, parole e numeri. Chi ha problemi con questo canale di apprendimento, rischia di essere tagliato fuori da ciò che dovrebbe fare a scuola: apprendere!

Che fare con chi non ce la fa a lavorare attraverso il canale di apprendimento privilegiato dalla scuola?

Come esseri umani e mammiferi superiori, abbiamo la fortuna di possedere più di una via di accesso per le informazioni e gli stimoli che provengono dall’esterno.

Queste vie le abbiamo elencate nel secondo paragrafo di questa pagina e le abbiamo chiamate canali. Questi canali si avvalgono di sistemi neurali, coordinati fra loro, che, sulla base di processi elettro-bio-chimici, sono in grado di acquisire esperienze, stimoli e informazioni in entrata, processarli e distribuirli in modo da convogliarli nelle zone della corteccia cerebrale, la parte più evoluta e più nobile del nostro cervello, affinché vengano elaborati e si trasformino in apprendimenti.

Abbiamo visto che in taluni soggetti, alcuni di questi canali di accesso, sono disturbati in toto o in parte, per cui essi non permettono, per così dire, l’accesso diretto delle informazioni in arrivo. Questi soggetti devono pertanto poter utilizzare gli altri canali che, appoggiandosi ad altre vie neurali, trovino il modo di by-passare gli ostacoli, permettendo alle informazioni in entrata, di raggiungere comunque i luoghi eletti per la rielaborazione dei pensieri.

Purtroppo non sempre gli insegnanti riescono ad adeguarsi ai canali di comunicazione dei diversi allievi, cosa che può concorrere a far nascere difficoltà secondarie. La formazione dei docenti deve pertanto essere considerata un passaggio sine qua non è possibile per un docente approntare un percorso personalizzato di un allievo con un problema di apprendimento.

Deve essere infatti premura degli insegnanti, saper osservare i bambini ed avvisare le famiglie quando qualcuno esprime difficoltà nel seguire le lezioni e negli apprendimenti, perché potrebbero esserci alcuni canali di accesso delle informazioni, disturbati o disfunzionanti.

I genitori, dal canto loro, è bene approfittino delle segnalazioni della scuola, per approfondire le ragioni per cui la propria figlia o figlio, ha difficoltà di apprendimento.

Noi possiamo aiutarvi. Nel nostro Centro di psicologia di Bergamo il primo colloquio è gratuito: può esservi di aiuto per capire se vostra figlia o figlio ha bisogno di accertamenti o non.

Chiamateci al numero 380 341 77 48 oppure contattateci all’indirizzo info@centropsicologiaemedicina.it, spiegandoci i vostri dubbi. Vi daremo una risposta in tempi brevi o vi fisseremo un appuntamento: la prima consultazione è gratis.

 

Come si può conoscere quali sono i canali di apprendimento privilegiati per ognuno di noi?

Per conoscere quali siano i canali di apprendimento privilegiati da un soggetto, bisogna somministrargli specifici test, in grado di valutare, a livello di ogni canale di scorrimento delle informazioni, se alcune vie funzionano meglio di altre, se alcune vengono privilegiate e se vi sono abilità disturbate, che inficiano l’acquisizione di determinate abilità, impedendo a chi apprende, di diventare competente in certi ambiti.

Questi test acquistano un significato importante nel caso in cui un soggetto abbia dei disturbi dell’apprendimento, perché permettono di evidenziare le aree disturbate e quelle disfunzionanti. E’ infatti sulla base degli esiti di questi test, che vengono determinati gli strumenti compensativi utilizzabili a scuola (computer, Ipad, calcolatrice, ecc.) e le aree dalle quali conviene dispensare l’individuo da eventuali valutazioni o lavori scolastici.

L’importante è non lasciar passare troppo tempo da quando si scopre che un bambino potrebbe avere uno o più disturbi dell’apprendimento, perché il rischio è che il soggetto accumuli una serie di esperienze negative e di fallimento, che possano insinuargli la paura di essere stupido e svariate esperienze che inducano in lui incertezza, insicurezza e scarsa stima di sé. Questo genere di conseguenze potrebbe portare con sé, inoltre, la fobia per la scuola, con l’allontanamento del bambino da ciò che invece gli è vitale per crescere e per combattere i suoi disturbi.

Non esitate, pertanto, a contattare uno specialista dei Disturbi dell’Apprendimento, se la scuola vi segnala evidenze cliniche. Approfondite il problema e cercate di capire da quali disturbi è gravato il vostro bambino.

Nel nostro Centro di psicologia di Bergamo il primo colloquio è gratuito: può essere di aiuto per capire se il proprio figlio o figlia ha bisogno di accertamenti o non.

Chiamateci al numero 380 341 77 48 oppure contattateci all’indirizzo info@centropsicologiaemedicina.it, spiegandoci i vostri dubbi. Vi daremo una risposta in tempi brevi o vi fisseremo un appuntamento: la prima consultazione è gratis.