Che cos’è la bulimia?
La parola bulimia ha un’origine greca e deriva dalle due parole bôus, che significa bue e limós, che significa fame. Cioè una “fame da bue” e oggi indica un disturbo del comportamento alimentare che colpisce sia maschi che femmine, con una prevalenza per le femmine.
La bulimia, in realtà, al di là della classificazione che ne fanno i migliori manuali diagnostici e statistici, ha un significato molto più profondo e va capita, oltre che da un punto di vista descrittivo (cioè come si manifesta e quali sintomi comporta), anche da un punto di vista funzionale (cioè come funziona questa patologia). Infatti per poterla affrontare, bisogna proprio “comprenderla”.
Capire la bulimia
Abbiamo detto che essa comporta una fame irresistibile e insaziabile, che sembra calmarsi soltanto quando la persona che ne è soggetta, non ne può più, quando nel suo stomaco non sta proprio più niente … Non ci vuole molto ad immaginarsi, come si possa star male dopo un’abbuffata impetuosa: la persona si sente malissimo sia da un punto di vista fisico (lo stomaco soffre, la pancia “tira”, ci si sente appesantiti…) che da un punto di vista psichico, perché il vissuto che se ne ricava è di assoluta impotenza rispetto a ciò che è successo. In queste condizioni alcune persone, nel tentativo di alleviare prima possibile lo stato di prostrazione e di malessere da cui sono afflitte in quel momento, ricorrono a modalità molto drastiche: si inducono il vomito, si somministrano lassativi o decidono di “mettersi a dieta”, imponendosi un digiuno altrettanto eccessivo, che poi, in genere, non riescono a mantenere… Altre ancora intraprendono un intenso esercizio fisico,… ma senza mai trovare una stabilità e una regolarità. Il malessere, infatti, è talmente pervasivo e devastante che tutto viene agìto in preda ad impulsi… Forse, in quelle condizioni, farebbe così anche una persona cosiddetta “normale”!
Cos’è che fa scattare l’attacco di bulimia?
Non c’è una risposta univoca, come si può ben intuire; tuttavia, se partiamo dal presupposto che un attacco bulimico ha a che fare con impulsi, cioè con gli aspetti personologici di quella persona, che funzionano in modo impulsivo, possiamo certamente ipotizzare che ci possa essere qualcosa, a monte, che precede l’insorgere degli impulsi e che li fa “partire”. Un impulso “parte” quando la persona non è in grado di “controllarlo”. Quindi forse un impulso parte quando il meccanismo di “controllo” retrostante non funziona o non funziona adeguatamente.
Perché è così difficile controllare un impulso?
Secondo la nostra esperienza clinica e terapeutica, possiamo dire che, spesso, alla base di un funzionamento impulsivo c’è la presenza di una grossa componente di ansia e sappiamo tutti come l’ansia sia maligna quando è troppa… Chi non ha “scatti furiosi” in presenza d’ansia? A chi non è capitato, come si dice oggi, che gli “partisse l’embolo”? Quindi l’ansia sembra essere una componente che spesso accompagna gli attacchi di bulimia.
Tuttavia non è l’unica componente: l’impulso può avere anche a che fare con una difficoltà intrinseca della persona a mantenersi entro certi limiti, con il rischio proprio di debordare. L’espressione “ho dato fuori” per dire mi sono arrabbiata/to o per dire ho urlato e ho invaso così lo spazio altrui, sembra esprimere proprio la difficoltà di qualcuno a “stare dentro” e la relativa necessità quindi a “dare fuori”, cioè a “dar fuori un impulso”, anziché a contenerlo. Per opposto si può essere “vittime” delle modalità impulsive altrui e non riuscire a difendersi; in questo caso, sono gli altri a “debordare” e a determinare poi, in chi subisce il debordamento altrui, la base d’ansia che fa scattare un impulso. C’è chi tira un pugno alla parete e chi, invece, si abbuffa. In questo caso l’impulso prende il volto di una sorta di “auto-punizione” che, chi non sa difendersi dalle invasioni altrui, infligge a se stesso, quasi volesse “punirsi” perché “colpevole” di non riuscire a reagire.
Come si cura la bulimia?
Alla luce di ciò che abbiamo concettualizzato sopra, per curare la bulimia bisogna prendersi cura della persona soggetta a bulimia e comprenderne il funzionamento personologico.
La modalità più efficace per prendersi cura di chi soffre di bulimia è la psicoterapia, in quanto permette al terapeuta, insieme alla persona, di entrare nel merito di ciò che le succede in un attacco bulimico, dei suoi vissuti, delle emozioni che lo accompagnano e di collegarle alla sua storia personale, affinché il comportamento bulimico acquisti un significato storico e funzionale per la persona che ne è soggetta.
Antonello, 41 anni, venne un giorno al nostro centro perché, dopo un ennesimo attacco di bulimia, aveva deciso di “sigillare” il frigorifero con lo scotch da pacchi. Era molto depresso, camminava a fatica, sembrava più vecchio della sua età, era in sovrappeso. I suoi genitori erano molto apprensivi e, benché abitasse da solo e si mantenesse, lo “sorvegliavano” e lo “controllavano” in continuazione. Ci rendemmo subito conto che le sue abbuffate avevano spesso luogo dopo una “brutta” telefonata con la madre, che lo chiamava sempre nei momenti meno “opportuni”. Era una madre buona e generosa ma tremendamente invadente e intrusiva. Antonello cercava a fatica di “tenerla fuori dai suoi confini”, ma la madre “debordava” sempre e lui, benché si arrabbiasse in modo furioso, alla fine accettava in modo passivo le invadenze e le ingerenze materne. Soffriva di molti sensi di colpa verso di lei perché spesso le rispondeva male. Capimmo ben presto che la stessa cosa gli succedeva anche al lavoro: Antonello tendeva sempre a non far valere le sue ragioni e a “subire” quelle degli altri; in un certo senso “mandava giù di tutto”. Non c’era molto da stupirsi, quindi, se, quando era in preda ad un impulso bulimico, apriva il frigorifero e lo svuotava “mandando giù di tutto”, comprese le cose crude o ancora surgelate! Oggi Antonello, grazie alla psicoterapia, ha capito molte cose di sé e del suo funzionamento. Al nostro centro lo abbiamo sempre tenuto monitorato anche da un punto di vista medico e ci siamo presi cura di lui e lui ha ritrovato il desiderio di prendersi cura di sé!
Come curiamo la bulimia nel nostro centro
Chi soffre di bulimia può rivolgersi a noi per una prima consultazione gratuita.
Il nostro Centro ha un’équipe specializzata, formata da psicologi, psicoterapeuti e medici che si occupano da anni di disturbi del comportamento alimentare, in grado di prendersi cura delle persone in condizione di anoressia, bulimia, binge-eating o altri disturbi affini e che desiderino avere una consulenza, una diagnosi o una presa in carico.
Vi invitiamo, pertanto, a contattare il nostro Centro e a richiedere una consulenza: è gratis.
Se invece preferite scriverci un’e-mail e porci il vostro quesito, anche questo è possibile sempre gratuitamente: siamo disponibili a darvi le prime indicazioni che potrebbero esservi utili, anche on line.
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