I disturbi del comportamento alimentare esistevano anche in passato?
Storicamente sappiamo che sono esistite Sante e Santi che digiunavano, anche in condizioni estreme, cioè quando il cibo era già scarso di per sé, ma che consideravano questo comportamento una sorta di “offerta” a Dio, di “fioretto” continuo, che veniva portato avanti con la rinuncia al cibo per se stessi, a vantaggio della donazione di esso alle persone più bisognose.
Essi non mettevano in atto comportamenti paralleli del tipo “procurarsi il vomito”, “assumere purganti”, “selezionare appositamente certi cibi e non altri”… e, soprattutto, il loro pensiero non era condizionato in modo ossessivo dal cibo, dal peso e dalla forma del corpo, bensì sublimato e rivolto a Dio.
Il sacrificio aveva anche lo scopo di essere offerto a Dio in vista di una ricompensa ultraterrena, affinché venissero “scomputate” agli umani le colpe commesse in vita. A questo scopo quindi, alcuni penitenti, per lo più appartenenti a qualche ordine ecclesiastico, si “offrivano” come “oggetto sacrificale”, destinato a Dio per la redenzione degli uomini e per abbreviare la permanenza dei defunti in purgatorio, oppure desideravano condividere le sofferenze di Cristo sulla croce, per cui nessun tormento appariva loro eccessivo. Scrive Vandereycken: “Le stigmate, cioè le ferite di Cristo, che comparvero in molte sante digiunatrici, erano parte naturale di tale stile di vita”. Non c’era, pertanto, in queste persone, nulla che avesse a che fare con un pensiero “patologico”; si trattava semmai di un pensiero legato alla fede, alla religione, magari condotto in modo un po’ estremo e rigido, ma comunque coerente con la scelta dell’abito talare.
“Nel periodo tra il XV e il XVII secolo – continua Vandereycken – quando le concezioni demonologiche erano assai diffuse, furono sospettati di possessione tutti coloro che digiunavano, fosse o meno per motivi religiosi”. Sicché in questi casi, e i medici erano d’accordo, l’unica cura possibile erano gli esorcismi.
Tra il XVII e il XIX secolo venne di moda, fra i teatranti che si esibivano di città in città, l’esposizione del proprio corpo consunto sino alle ossa, per mostrare il quale, chiedevano in cambio l’elemosina. Queste persone, tuttavia, non si privavano del cibo.
Se ci riferiamo, invece, ad un passato più recente, e cioè fino a prima di 30 anni fa circa, incominciano ad arrivare segnalazioni e descrizioni di comportamenti alimentari anomali, che fanno pensare agli attuali disturbi del comportamento alimentare. Studiosi come Kaplan e Garfinkel nel 1984 e Bell nel 1985 ne descrivono i primi casi. E’ tuttavia solo in questi ultimi 20 anni che sono stati fatti studi più sistematici sul piano psicopatologico, clinico e psicometrico, che hanno permesso di capire meglio l’origine delle varie forme.